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EMOJI. Le usiamo tutti, selezionandole con cura all’interno di un discorso e sostituendole spesso a parole o intere frasi. I brand hanno capito quanto le emoji siano diventate  importanti per il popolo degli smartphone. Il loro uso nei messaggi di marketing è infatti in costante aumento: +20% al mese durante il 2016. Molti brand stanno sviluppando linguaggi emoji personalizzati e  applicazioni che consentono di avere particolari tastiere. Tutto questo per farsi pubblicità. Tra i brand che hanno adottato questa strategia troviamo Starbucks, L’Oréal, Twitter, Pepsi e Domino’s. Attorno al fenomeno delle emoji c’è però un enorme implicazione di dati ed ha a che fare con l’analisi del “sentiment” tanto desiderata dai brand. Le faccine divertenti che usiamo sempre di più nei messaggi infatti possono essere usate per comprendere il feedback di utenti e consumatori di un determinato brand/prodotto. Il futuro, come abbiamo già visto, è mobile: tablet, smartphone, orologi e altri device ci aiuteranno a gestire la vita di tutti i giorni. L’emoji marketing è senza dubbio l’inizio di un percorso che rivoluzionerà l’universo del mobile marketing ed è importante che i brand lo sperimentino a prescindere dal settore di appartenenza. Le competenze richieste per creare campagne di successo? Come sempre, creatività e originalità, senza dimenticare di essere chiari prima di tutto. Il limite tra una comunicazione simbolica comprensibile e una difficile da seguire è sottile ma gli utenti, soprattutto i più giovani, diventano sempre più ricettivi e capaci di decodificare questo nuovo, stimolante modo di comunicare.

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